Può la fantascienza prendersi carico dell’importante missione di salvare la Terra?
Quando si parla di un genere letterario come la fantascienza, si immagina sempre un’ambientazione con astronavi particolari, linguaggi super tecnici, creature strane e discorsi incomprensibili.
Parliamo di libri pesati per un pubblico predisposto a tutto questo.
Il romanzo che vi propongo oggi è invece per tutti, pur rientrando nella categoria Fantascienza.
Ho intervistato per voi Nicola Bennati, l’autore di Marta e Kin, salvare la Terra!
S.C.: Ciao Nicola, sono contento di poterti intervistare! Benvenuto nello spazio dedicato alla lettura del Blog Horti di Giano!
N.B.: Ciao Simone! Un saluto a tutti i lettori!
S.C.: Vorrei farti subito una domanda sul tuo essere scrittore. Con gli ultimi due romanzi ti sei addentrato nel genere della fantascienza. Ma il tuo viaggio da autore non è nato con la fantascienza, giusto? Vuoi raccontarci il tuo percorso letterario?
N.B.: Premetto che non avrei mai pensato di cominciare a scrivere. Al liceo andavo male nei temi e in generale non ho mai amato la letteratura. Sono anche uno di quelli che non arriva a leggere due libri all’anno, ma questo è dovuto al fatto che immancabilmente mi addormento dopo la prima pagina. Mi dispiace però, in realtà mi piacerebbe leggere. Ho cominciato a scrivere per raccontare un viaggio che abbiamo fatto io e la mia compagna in moto, attraverso Turchia e Iran. È stato un viaggio particolare e sono successe tante cose simpatiche e strane, così gli amici mi hanno suggerito di provare a metter giù un racconto, l’ho fatto e sembra che piaccia. Però io mi interesso anche di politica rivoluzionaria e pensavo che mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa che parlasse di politica in maniera diversa dalle solite nostre riviste, appunto con un racconto di fantascienza.
S.C.: La fantascienza di suo rappresenta un viaggio che viene compiuto. Tu ami viaggiare in moto. Vuoi dirci cosa rappresenta per te la parola “viaggio”?
N.B.: Viaggio per me significa innanzitutto “vacanza”, ma anche “esperienze”, “natura”, visi particolari, cieli azzurri, montagne e deserti, ristorantini sperduti nel nulla, gente allegra che può parlare con te. Insomma: finalmente “vita”.
S.C.: Entriamo più nello specifico del tuo ultimo romanzo: Marta e Kin, salvare la Terra! Quel che vuoi trasmettere potrebbe essere individuabile già dal titolo: salvare il nostro pianeta. È forse un messaggio che hai voluto dare ai tuoi lettori?
N.B.: Certamente, ciò che voglio dire è che l’umanità è in pericolo, e questo lo vediamo tutti, ma anche che si può evitare la catastrofe cambiando il nostro assurdo sistema produttivo; è di certo ciò che ci consiglierebbero degli extraterrestri se volessero aiutarci.
S.C.: Parliamo di economia circolare. Nel tuo romanzo due alieni in esilio sul lato oscuro della Luna sono riusciti a trovare la chiave per ridurre, se non eliminare gli scarti, in modo da recuperare e riutilizzare tutto o quasi.
N.B.: L’economia circolare è la nostra ancora di salvezza, se non riusciamo a metterla in atto a breve, probabilmente il destino dell’umanità è segnato. Ma sono anche convinto che tutto questo non sia compatibile con le leggi dell’economia capitalista, serve prima un cambio radicale nel nostro modo di produrre e organizzare la società. Dobbiamo smetterla con un’economia che si basa sulla ricerca del profitto, solo in questo modo credo che potremmo realizzare anche l’economia circolare.
S.C.: Il lato oscuro della Luna su cui si trova la base aliena controllata dagli alieni, mi fa un po’ pensare, dal punto di vista simbolico, a quella parte di noi esseri umani più buia, arida, profonda. Il lato del nostro inconscio in cui si rifugia ogni negatività. Su quel lato della Luna non cade mai il nostro occhio. Lì sono stati esiliati i due alieni reietti. Ecco, proprio da questo lato può invece emergere qualcosa di positivo, la soluzione per un pianeta Terra che sta andando verso l’autodistruzione. Vorrei chiederti: l’uomo ha in sé la soluzione per opporsi al proprio assurdo comportamento autolesivo (distruggere la Terra equivale a un suicidio del genere umano), o siamo condannati a lasciare ai nostri figli, nipoti e a chi dopo di loro, un pianeta ferito?
N.B.: Devo essere sincero? Non lo credo. E non credo neanche che la nostra specie meriterebbe di sopravvivere, siamo condizionati da istinti troppo meschini. Però nostro dovere è tentarci e io penso di aver fatto parte del mio, anche provando a lanciare questo messaggio, che è certamente un po’ provocatorio, ma che in fondo mira a suscitare una maggior consapevolezza su dove stiamo andando e su cosa si può fare per evitare l’abisso.
S.C.: Senza dubbio la consapevolezza è il primo passo che le persone dovrebbero fare. Ma poi c’è da metterci del proprio e fare, altrimenti non si va da nessuna parte. Sono pienamente d’accordo.
Ma dimmi: cosa è per te scrivere?
N.B.: Contribuire a salvare l’umanità… obbiettivo troppo alto?
S.C.: Che dire? Te la sei messa in alto l’asticella! Il salto è impegnativo, fin troppo, ma spero vivamente che qualche animo riuscirai a smuoverlo. Horti di Giano ti appoggia in questa mission!
Parlando dei tuoi personaggi, invece, come ti sei approcciato al dover descrivere degli esseri alieni con conformazioni fisiche diverse dalla nostra, con profili di personalità che potrebbero dimostrarsi non comprensibili a un umano?
N.B.: Nel creare i personaggi ho pensato a quali forme di vita potrebbero ospitare una mente intelligente e la mia conclusione è stata che devono essere animali in grado di manipolare oggetti; parlo di animali perché i miei alieni hanno sembianze e caratteristiche di animali a noi conosciuti. Senza questa capacità, l’evoluzione, nel nostro caso, non avrebbe potuto sviluppare l’intelligenza che ci contraddistingue. Quindi sicuramente esseri simili a noi con stazione eretta e arti anteriori prensili, ma anche il calamaro che con i suoi tentacoli è in grado di manipolare la materia.
Riguardo alla personalità ho cercato di far agire e parlare Kin, la calamara, come avrei fatto io in quelle situazioni, quindi è venuto fuori un essere assolutamente equilibrato, simpatico e saggio!
S.C.: Nel tuo ultimo libro, Marta e Kin, salvare la Terra! fai un richiamo ad alcuni personaggi reali o simboli del mondo dello spettacolo: Stefano Benni e Fantozzi. Come mai sono finiti in un racconto di fantascienza? Quale è il significato che hanno per te?
N.B.: Stefano Benni lo considero il mio padre letterario, nelle mie vacanze non manca mai un suo libro. Invidio il suo modo di scrivere, cerco anche un po’ di imitarlo, ma ovviamente rimane distante anni luce. L’unico modo che ho di mettere un po’ della sua arte nei miei racconti è riportare pari-pari i suoi, sono immensamente grato che me l’ha consentito.
Paolo Villaggio è il mio attore preferito, conosco a memoria quasi tutte le battute dei suoi film e non mi stanco mai di rivederli, mi identifico in toto nel personaggio Fantozzi, onore e gloria nei secoli al grande Paolo.
S.C.: La musica, nel tuo libro è il motivo per cui gli alieni decidono di salvare gli umani e aiutarli. Che valore ha la musica per te?
N.B.: Enorme, fondamentale, senza l’Heavy Metal la mia vita sarebbe stata diversa, completamente grigia, non riesco a immaginare un’esistenza senza il piacere della chitarra elettrica distorta.
S.C.: Grazie d’aver condiviso con i lettori del nostro blog il tuo lato artistico. Vuoi lasciare un messaggio a chi ci legge?
N.B.: Lasciatemi rilanciare ciò che ha detto recentemente il Presidente della Repubblica Mattarella: “Il futuro è già qui.” Come sarà il futuro dipende da quello che facciamo oggi, se volgiamo dare una speranza all’umanità, dobbiamo rimboccarci le maniche e metterci a lavorare per arrivare a un cambiamento del nostro sistema produttivo, forza ragazzi!
Con questo importante, prezioso auspicio, saluto Nicola Bennati e vi invito a leggere il suo libro Marta e Kin, salvare la Terra! sperando che le sue parole riescano a smuovere la sensibilità di un numero sempre più grande di persone.
Perché penso che chi legge è predisposto, in qualche modo, a cogliere il bello e saper distinguere ciò che è giusto dal suo opposto.
E salvare la Terra è necessario. Giusto?
Intervista di Simone Colaiacomo
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