Alcuni ritengono che la poesia, nella sua forma più elevata, sia il frutto dei vissuti e delle esperienze di una vita.
Come potrebbe, dunque, chi vive il cuore dell’adolescenza, esprimere le proprie emozioni in modo valido e calzante?
Nulla di più sbagliato.
Con Silvia Temponi, giovanissima poetessa, siamo di fronte all’espressione di un vivere dalle dinamiche inaspettate, frantumate da un tempo trascorso nella sofferenza e nella continua necessità di rinascere. Il dolore interiore, le ansie generate dal susseguirsi della quotidianità conducono a un esordio complicato, caotico, che viene poi elaborato nel rispetto della fase della vita a cui si appartiene. Quel che colpisce è lo scorgere tra le parole il suono dell’esigenza che si fa spazio tra le spesse e scivolose pareti dell’indifferenza collettiva, tra le quali l’autrice non accetta di stare e nei suoi versi si coglie il disagio e allo stesso tempo l’auspicio del cambiamento. Versi per viaggiare attraverso un punto di vista differente, che stupirà e catturerà con un andamento inatteso. Perché in arte, il Bello non ha età.
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