Vuoi entrare in un libro e vivere la storia da protagonista?

Quando le storie horror abbracciano l’esoterismo mediante una tecnica narrativa particolare, ovvero con i protagonisti che si riferiscono al lettore come fosse un personaggio, ci troviamo davanti a una interessante trovata stilistica. Una particolarità che è degna di nota e pone in parte il lettore dentro il libro, attore partecipante in talune situazioni, non partecipante in altre ma sempre presente.

Noi di Horti di Giano ti faremo entrare nel cuore della trama di Quasi tenebra, opera prima di Daniele Trevisan.

Nonostante il mondo stia volgendo al termine, nessuno sembra accorgersene.
Si è generato un passaggio tra i due mondi che permetterà alle anime dannate di attraversarlo per raggiungere la dimensione reale. Le entità sono però invisibili a tutti, a eccezione di Drake e Ares, che hanno anche un potere particolare: quello di sapere come fermare il loro esodo. Purtroppo il tempo scorre inesorabile e comunque, affrontare da soli una guerra che loro non hanno richiesto ma che dalla quale non possono esimersi dal combatterla, diviene frustrante, poiché vengono considerati folli da tutti.

La società ha smarrito la fede, i valori, lasciando spazio alle cose futili.

Viene liberata l’inutilità del superficiale, dell’apparire, a scapito dell’essere.

Non a caso la scelta di Trevisan di utilizzare come causa del disinteresse dell’avvento dell’apocalisse una banale festa di inaugurazione di un salumificio che, sul piano narrativo potrebbe sembrare semplicistica, spiritosa e di inadeguata rilevanza per un romanzo, assume invece la forma della metafora che vede le persone perse nell’inconsistenza dei valori, mostrando quindi tali individui presenti all’evento come null’altro oltre che il contenuto degli insaccati, macellati, incastrati nel budello che li contiene, rappresentazione della loro inutile esistenza.

La poca morale indebolisce il bene a favore del male, e la libertà di scelta è un cappio che si stringe sempre di più, conducendo inesorabilmente gli esseri umani al disumano e favorendo inconsapevolmente l’apertura del varco dal quale giungeranno i malvagi.

Non possiamo considerare questo libro come una delle storie horror più spaventose, comunque scorrevole, piacevole, ma non contenente suspance e colpi di scena da impressionarci.

Probabilmente non era questo lo scopo dell’autore che ha preferito localizzare la parte orrorifica altrove, facendola così riscontrare nella mediocrità di una società che mette in scena i suoi lati più brutti e privi di spessore.

Genere: horror
Edito: Ciesse Edizioni (2018)
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di Simone Colaiacomo

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