Sapresti definire i criteri che conducono a delineare un genere letterario in un modo specifico, ad esempio i racconti gotici?

Tale definizione può dimostrarsi banale oppure ardua, in base al come la si voglia delineare.

Dario Pontuale in Racconti italiani gotici e fantastici, (illustrazioni di Alex Raso, che devo definire calzanti e in grado di smuovere ciò che nel profondo custodiamo, all’altezza di una raccolta così importante per un genere come questo) ha effettuato degli esperimenti di definizione, così li ha voluti chiamare, alla luce di quella linea di demarcazione che può, in qualche modo, contenere i racconti definiti tali e separarli dal resto che appartiene alla realtà.

Parliamo dei racconti gotici e fantastici che hanno scritto la storia di questo genere letterario dalla seconda metà dell’ottocento e i primi del novecento.

Parliamo di scrittori italiani come Arrigo e Camillo Boito, Luigi Capuana, Emilio De Marchi, Salvatore Di Giacomo, Italo Svevo, Igino Ugo Tarchetti, Federico Verdinois e Remigio Zena.

Nomi che hanno segnato, a modo loro, un universo letterario in cui le ansie hanno disegnato immagini complesse in grado di andare oltre il vissuto, oltre il tangibile.

Ma volevamo provare a definire il genere fantastico e i racconti gotici, rinchiudendoli forse in una sorta di labirinto dal quale si vuole uscire da bendati e con le mani legate. Cosa impossibile, vero?

Allora perché vogliamo imprigionare in quel letto di Procuste della catalogazione un momento così affascinante e misterioso della letteratura italiana?

Immagini, sensazioni, stereotipi simbolici dell’immaginario orrorifico sono racchiusi in una valle buia, in una grande casa abbandonata, nella voce del vento in una notte di luna piena.

Ognuno di questi elementi affascina, ma non aiuta a definire il fantastico. Questo è talmente vasto, infatti, che non può avere confini, non mostra margini, va oltre il limite delle pagine che tentano di contenerli.

E la paura ha confini? O forse lascia il suo alone oltre lo spazio, al di là del tempo, come un residuo non cancellabile, come un’impronta eterna che segna la nostra anima.

Ogni porta nasconde un’emozione che può condurre alla scoperta come all’abisso. Oltre la soglia, il reale può mostrare il suo lato di inconsistenza, come l’irreale può prender forma inesorabilmente.

Racconti italiani gotici e fantastici è il primo di tre libri, ognuno dedicato a uno specifico tipo di racconto: Esperimenti è il nome che Pontuale gli ha dato, e racchiude il risultato di una ricerca di storie che toccano il tema della scienza che tenta di piegare la Natura alla propria volontà. L’esempio classico da tutti conosciuto è il Frankenstein di Mary Shelley, non presente in questa raccolta di racconti gotici per ovvi motivi.

Cosa accade quando l’uomo vuole piegare l’equilibrio naturale delle cose?

La dimensione crepuscolare di queste novelle fa emergere gli incubi umani dall’esperimento che viene compiuto o a cui si assiste.

Vampiri, ombre, macchie grigie, ossa di morto e molto altro, per sconvolgerci in una lettura speciale.

Si arriva persino a vivere la folle paura per una lettera, una vocale spaventosa, una U che può distruggere la mente, una vocale terribile dalla quale l’uomo dovrebbe emanciparsi.

Racconti gotici da leggere, da sognare, da vivere e dimenticare, sempre se la cosa possa essere possibile.

Non lo sarà.

Allora buona lettura, e in attesa di leggere gli altri due volumi, godetevi ogni momento come se fosse l’ultimo prima dell’eterno rimbombare del grottesco, allucinato potere del terrore.

“Io pazzo! Sciagurati! Pazzo! Perché ho scoperto il segreto dei loro destini! Dell’avversità dei loro destini! Perché ho tentato di migliorarli?… Ingrati!

Faccia a faccia col mio nemico, con questo U detestato che io vedo ogni ora, ogni istante, nel sonno, nella veglia, in tutti gli oggetti che mi circondano, sento che dovrò finalmente soccombere.

Sia.”

Genere: racconti gotici
Edito: Black Dog (2019)
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di Simone Colaiacomo

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